Quando muore un uomo

Aprile di un paio di anni fa, mia prima esperienza in assoluto in una chat: Nirvam.
Entusiasmo della novità, emozione nel contattare le ragazze iscritte, le quali quasi sempre rispondevano, ed erano anche educate e simpatiche.
Presenza di meretrici: zero.
Presenza di donne sposate: quasi nulla.
Presenza di profili fake: non riscontrati.
Presenza di donne mentalmente disturbate: molto rara.
Presenza di donne con la puzza sotto il naso: bassa.
Presenza di donne divorziate o separate: moderata.
Contatto una ragazza priva di foto nel suo profilo, residente nelle mie zone, ma lei non risponde. Non la rivedo più on line per oltre un mese.
Una sera la ritrovo connessa e così riprovo a contattarla. Lei sbircia nel mio profilo e poco dopo risponde con uno svogliato ciao. Provo ad intavolare un dialogo, lei è blandamente partecipe, ma poco più tardi mi saluta e si sconnette.
Alcuni giorni dopo, rieccola di nuovo. Ci do dentro, non mollo. Il dialogo prende quota, si fa più interessante e stimolante.
Passano i giorni e continuiamo a sentirci. Lei comincia davvero ad interessarmi. Anche da parte sua vedo maggiore coinvolgimento. Scopriamo di avere diverse idee in comune. Ci scambiamo l'indirizzo e-mail e così la nostra conoscenza prosegue altrove. Alcuni giorni più tardi, è il momento dello scambio dei numeri di telefono, ma ci limitiamo, inizialmente, al solo invio di qualche sms.
Io propongo un incontro, ma lei rinvia. Ci riprovo dopo una settimana, ma ancora una volta, mi sento giungere un rifiuto. Chiedo la ragione. Lei appare vaga e poco convincente nella risposta, ma mi assicura di dire la verità.
Io, sospettoso, paziento di brutto, indeciso se dirle fine, oppure se proseguire.
Un giorno lei mi chiama al telefono, è la prima volta che lo fa, la prima volta che ci sentiamo. Non appena sento la sua voce, avverto una strana, ma piacevolissima pace in me. Il suo tono mi attrae, è sereno, pulito, appare quasi ingenuo.
Incredibilmente mi sento dire, che pure la mia voce le piace molto. Parliamo per un'ora, dopo di che ci salutiamo.
Non appena finisce la conversazione, sento che già mi manca. Non so ancora che volto lei abbia, eppure mi manca, non l'ho ancora incontrata, ma la sento irrazionalmente già mia.
Sette giorni più tardi arriva il momento dell'incontro. Giungo nel luogo dell'appuntamento con mezz'ora di anticipo. La sera è scesa, ed è quasi buio. Sono ansioso, fremo, sento brividi di freddo, (sebbene sia giugno), mentre stempero la tensione nervosa ascoltando un brano di Michael Jackson alla radio: "Liberian Girl."
Noto arrivare un'auto, dal modello e dal colore corrisponde alla sua, a quella che mi aveva detto di avere.
Scendo dalla mia e mi avvio ad andarle incontro. Ho un certo timore e non so perché o di cosa. Qualche istante dopo, vedo scendere lei. Nel luogo dell'incontro spira un leggero vento estivo. Vedo i lunghi capelli di lei mossi dall'aria, poi il suo bel viso, il suo sguardo che mi sorride.
La sola cosa che penso in quel momento è: ed ora che cosa faccio?
Non può essere che io sia già innamorato, ancor prima di darle la mano.
Ci presentiamo, ed io muoio dalla voglia di abbracciarla e d'improvvisare un ballo lento, lì, sulla piazza, ma rimango sobrio e formale, non potrei mai.
Lei m'invita a salire sulla sua auto e mi porta in un locale carino che conosce.
Trascorriamo tre ore a parlare di tutto. Mentre parla, le osservo le mani, gli occhi, i capelli, i piedi, le forme del suo seno sotto la maglietta, la bocca... mi piace tutto di lei. Mi verrebbe da dirle ti voglio bene. Altrettanto mi sento osservato, analizzato, da parte sua.
Ritorniamo al parcheggio, entrambi soddisfatti dell'incontro. Vorrei abbracciarla, ma mi trattengo, è il primo incontro, non si può. Parliamo ancora un po', infine ci salutiamo. I suoi occhi brillano ammaliati, credo altrettanto i miei. Abbiamo certamente fatto colpo l'uno sull'altra.
Tornato a casa, lei mi manda un messaggio al cellulare, esprimendo tutta l'emozione provata nel nostro incontro. Le sue frasi mi mettono la pelle d'oca, poiché è ciò che ho provato anch'io. Vado a dormire, ma faccio fatica a prendere sonno, muoio dalla voglia di rivederla!
Pochi giorni dopo ci rivediamo. Un altro locale, un'altra lunga chiacchierata, le nostre mani si sfiorano, poi si toccano. Ci guardiamo silenziosi, il mio fiato è mozzato, non so che dirle. Sento di volerle bene, ma non ho il coraggio di dirglielo.
A fine serata, prima di salutarci, le chiedo se posso fare una cosa. Lei mi risponde: "Fai tutto quello che ti senti di fare con me." Io l'abbraccio, inizialmente piano, dopo di che, sentendo che lei mi stringe più forte, aumento la stretta. Ci guardiamo, mi sento stordito, ebbro, ci ritroviamo a baciarci senza neanche accorgercene. Un bacio intenso, foriero di tante cose belle da immaginare. Poi un altro sguardo, ancora più intenso del precedente. Le accarezzo dolcemente i capelli, le mie mani scendono sul suo viso, le sussurro ti voglio bene. Una lacrima solca la sua guancia, infine mi abbraccia forte da farmi quasi male. Quel momento d'immensa tenerezza è come un urlo liberatorio reciproco, è l'amore che scaccia il senso di vuoto, la malinconia e la solitudine di due ragazzi da troppo tempo da soli. Piango pure io per la pace ritrovata.
Così nacque la relazione fra me e quella che sarebbe diventata la mia ragazza, conosciuta quasi svogliatamente su Nirvam, diversi anni fa. L'emozione più bella in assoluto, che abbia mai vissuto con una ragazza, me la diede lei, lei con la quale condivisi due anni della mia vita, tra momenti belli e drammatici, sempre aiutandoci a vicenda.
Non c'è il lieto fine in questo racconto.
Qualcosa o qualcuno ci fece del male, fattori esterni alla coppia, fattori indipendenti da una nostra diretta volontà, ma certamente persuasori, condizionarono negativamente lei, fino a far frustrare anche me.
Incomprensioni, sospetti, litigate, rabbia, pianto, dolore. E' l'amore che muore, sono due ragazzi che tornano soli.
Rimane lo struggente ricordo dei nostri primi incontri, qualcosa che ogni uomo e donna dovrebbe provare almeno una volta nella propria vita.
Ingenuamente ritentai altre volte su Nirvam, nuovi abbonamenti nella speranza di ritrovare qualcosa che non è mai più tornato.
Gli anni erano completamente cambiati e con loro anche le donne iscritte, sempre più imbarbarite, indifferenti, rancorose verso i maschi in generale, come se la colpa di qualche stronzo, con cui avevano avuto a che fare, si dovesse ripercuotere indistintamente su ogni maschio, senza parlare poi di certe "signore" sposate, con tanto di figli al seguito, che nei loro profili dichiarano di cercare un uomo speciale, oppure che si definiscono loro donne speciali!
O ancora, ragazze poco più che ventenni, le quali si offrono volontarie per certe prestazioni a pagamento. Infine tanta gente in mala fede, che apre profili a volontà, dove in ciascuno assume un'identità diversa.
Non c'è più niente da fare, qualsiasi chat, oramai, è diventata un'alcova di gente in mala fede e fraudolenta, oltre che mentalmente disturbata.
Le brave persone sono poche e non sono facili da reperire!
Niente è più come alcuni anni fa.
Ma anche il mondo esterno alle chat, quello reale, di vero non ha più nulla, giacché gli individui, (maschi e femmine), appaiono, ostentano, danno esibizionismo di se stessi, sono patologicamente egocentrici, narcisisti, sono esseri sintetici, simili ai polimeri.
Tra l'altro, se sono nate le chat, significa che nel mondo reale scarseggiano i luoghi e le situazioni adatte a socializzare. Anzi, no, scarseggiano donne adatte a definirsi esseri sociali.
E con questo ho terminato il mio "Adagio In Sol Minore", brano struggente come l'amore che nasce, come l'amore che muore.
A te, semmai dovessi leggere questa recensione, saprai chi sono. Sappi che la pietà che provo per come finì il bene che ci volevamo, è più grande dell'eventuale risentimento che inevitabilmente prende il sopravvento dopo la fine di qualsiasi relazione.
Requiem, anche per questa umanità defunta.
Non c'è più nulla da aggiungere, tanto meno da replicare ad eventuali commenti.

Pros
Ritrovare l'umano.

Cons
Abbandonare l'essere.

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12 Risposte

Che bella storia,che bel racconto...peccato per il non lieto fine. Emozionante

Bellissima la tua recensione amico. Purtroppo temo che hai ragione a proposito dell'imbarbarimento del rapporto uomo-donna, nelle chat e fuori....una storia come la tua credo che oggi sarebbe irripetibile su qualsiasi chat

giulia sei solo una MERDA, piccola..fatta male..ammuffita.. verrai calpestata e ti beccherai un bel "mavaffanculo". eh sì.. sissì, proprio tu..

Guarda che tu hai sicuramente qualche problema...da non sottovalutare!!! vai a curarti!

Guarda che tu sicuramente hai qualche problema...da non sottovalutare!!! vai a curarti!

MUORI GIULIA, COME TUTTE LE T R O I E : MERITI DI MORIRE DI CANCRO.

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